C'era una volta Veneta...
I suoi racconti mi tenevano inchiodata per ore e mi facevano ripercorrere i trent'anni del regime comunista bulgaro di Zivkov da una prospettiva individuale. Quella di Veneta, appunto, che aveva vissuto la sua giovinezza dorata negli anni sessanta ed era nel pieno della maturità e realizzazione personale e professionale alla fine degli anni ottanta, quando la grande manifestazione ecologista e politica di Ekoglasnost di Sofia segno' la fine del comunismo ed il passaggio al multipartitismo.
Veneta, molto dotata artisticamente, aveva studiato all'accademia a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta e col tempo era diventata direttrice di un prestigioso istituto di moda nazionale, nella capitale bulgara. Nel frattempo due matrimoni e due amatissime figlie femmine...
Splendide le fotografie che mi mostrava con orgoglio di cerimonie di stato, dove le mogli e le figlie di dignitari d'alto livello indossavano le sue creazioni raffinate, o di eventi pubblici e privati a cui era stata invitata per la sua carica, o di premiazioni in cui le erano stati attribuiti riconoscimenti importanti.
Io non mi stancavo mai di ascoltarla e di ammirare queste immagini e lei, un giorno, mi disse che se mi faceva piacere avrebbe confezionato il mio vestito da sposa da sola, lo desiderava e lo prometteva... Un sogno ed un onore per me...
Eravamo, come al solito, nel salone ricreativo del centro d'accoglienza per immigrati di Roma Prati, dove io lavoravo all'inizio del duemila e lei era ospite in attesa di sistemazione lavorativa ed abitativa.
Si trovava in Italia già da qualche anno, ed infatti parlava benissimo la nostra lingua, e fino a pochi mesi prima era stata ospite della figlia maggiore, sposata da tempo con un italiano. Arrivata nel nostro paese negli anni novanta in seguito alla fine del comunismo ed alla chiusura del suo istituto, Veneta
aveva sempre sbarcato il lunario grazie alle sue mani d'oro, cucendo e facendo pulizie, ma ora voleva lavorare come badante fissa per non gravare sulla figlia e per guadagnare di più e mantenere la figlia minore, la nipotina e la vecchia madre, rimaste a Sofia.
Giovane ed idealista com'ero, la vita mi sembro' terribilmente ingiusta, e lo e', a confinare in una struttura d'accoglienza straniera ed a condannare al badantato una donna di quel livello e di quel talento... Ma Veneta era più saggia ed esperta di me e mi dedico' molto tempo, insegnandomi come nessuno prima l'arte dell'accettazione e della trasformazione del negativo in positivo... Mi disse che si rivedeva in me per il carattere forte e fragile allo stesso tempo e per l'indomabile spirito libero...Lei e la sua amica e connazionale pittrice Giordana divennero due madri. Mi ero trasferita a Roma da poco, ero alla ricerca di figure guida e fui molto fortunata ad incontrarle. Avrei dovuto aiutarle col mio lavoro e le aiutai, ma loro mi aiutarono di più, offrendomi consigli di ogni tipo, l'esperienza della maturità e l'esempio della straordinaria solidarietà femminile...
Un paio d'anni dopo quel centro d'accoglienza era stato chiuso, Veneta lavorava come governante fissa vicino casa mia, io avevo cambiato lavoro e stavo per sposarmi...
E così mi ricordai della promessa dell'abito da sposa...
Ma questa e' un'altra bellissima storia e la racconterò in seguito... Oggi volevo rendere omaggio a modo mio a Veneta, che da qualche anno e' ritornata a Sofia, dove vive dignitosamente grazie alla pensione sociale italiana guadagnata e sudata con l'acquisizione della cittadinanza, e che mi ha fatto generosamente da madre in una fase delicatissima della mia vita.
Grazie Veneta, grazie per le emozioni che mi hai donato💝